Parola di Erdoğan

I giornali italiani attaccano ancora il grande Erdoğan, attribuendogli un fantomatico appello ai turchi in Europa a “fare almeno cinque figli. Ma vi pare che un leader mondiale come lui potrebbe dire una scemenza del genere? Beh, a quanto pare l’ha detto veramente, a uno di quei comizi “a braccio” che hanno fatto la sua fortuna di intrattenitore (meno male che il Tavernello per i mussulmani è haram): “Üç değil, beş çocuk yapın. Size yapılan terbiyesizliklere vereceğiniz en güzel cevap budur” [«Non fate tre figli, ma cinque. È la migliore risposta alla mancanza di rispetto con cui siete stati trattati»].

Il Gran Turco è fatto così, prendere o lasciare (ha detto altre cose divertenti, per esempio che oltre al velo l’UE dovrebbe proibire anche la kippah). Non ha tutti i torti, considerando lo scherzetto che gli ha fatto quella opportunista della Merkel, proibendo i comizi sul referendum costituzionale turco in tutto il Nord Europa (mentre in Francia e in Grecia si sono svolti in assoluta tranquillità). Non è un atteggiamento con cui si può trattare un Sultano: i tedeschi pensano sempre di avere a che fare con bambini indisponenti? Non a caso il braccio destro della Merkel nella CDU, Julia Klöckner, ha paragonato il leader turco a «un bambino testardo che non riesce a ottenere quel che vuole» [“Herr Erdogan reagiert wie ein trotziges Kind, das seinen Kopf nicht durchsetzen kann”].

No, Erdoğan non è un politico italiano qualsiasi che è contento di sentirsi dire che “deve fare i compiti a casa”. Infatti tutto il governo di Ankara si è scatenato all’unisono: tedeschi nazisti, austriaci nazisti, olandesi… nazisti!

Erdoğan tiene la cazzimma, almeno questo gli amici lepantisti devono riconoscerlo. Del resto, non tutti sono disposti a farsi prendere in giro dalle élite tedesche: è chiaro che la “questione turca” è stata ventilata soprattutto per squallide beghe elettorali. Per capire quel che è successo in Olanda, bisogna immaginare gli italiani che nel 2013 votano in massa Monti perché ha fatto espellere la moglie di un dissidente kazako (ah già che lo hanno fatto altri… il discorso comunque vale lo stesso).

Adesso la Merkel, volevo dire la Commissione UE, ha tracciato il nuovo cammino: prima era “accogliere tutti con gli applausi alla stazione”, ora è “espellere la metà degli immigrati arrivati in Europa”. E ovviamente chiudere la rotta mediterranea, cosa a cui sta pensando la generosa Germania ricoprendo di miliardi sia al-Sisi che il governo tunisino nello stesso modo con cui ha fatto con Erdoğan (che però dice che il bonifico non è ancora arrivato, e comunque ha sempre il coltello dalla parte del manico…). Forse dovremmo smetterla di far gestire i nostri rapporti col mondo intero dalla Germania – già, è vero però che noi non abbiamo un Erdoğan…

Poi, uno può dire quello che vuole: che il turco è un tiranno e un buffone, per esempio. Va benissimo, una reazione virile è in genere sempre consigliata. Ma a dettare la linea dalla nostra parte sono i Gramellini, quelli che sulle prime pagine dei giornali scrivono questo:

Se Erdoğan parla così è colpa di Salvini e Le Pen che lo hanno fomentato. Perché non va a dirlo direttamente a lui? “Non parlare così, che fai il gioco dei populisti”.

È questo tipo di risposte che fa saltare i nervi: perché i Gramellini (sono legione, non ce l’ho solo col singolo) non hanno nemmeno il coraggio di sostenere il controllo demografico o altre facezie. Si limitano semplicemente a dire: «Il Sultano sottovaluta l’effetto che i costumi europei esercitano sui suoi sudditi maschi. Circondati dalle nostre implacabili armi di distrazione di massa – smartphone, videogiochi, pay tv – già al secondo figlio si accasceranno sul divano».

Che risate! Molto più audace sarebbe proporre la sterilizzazione di massa attraverso l’aggiunta di contraccettivi ai cibi e all’acqua (è una delle idee dell’entomologo Paul Ehrlich, che adesso può parlare pure in Vaticano), oppure ricordare ai turchi che i loro figli diventeranno tutti pederasti (perché le seconde generazioni si “radicalizzano” anche nella deboscia) e che quindi non potranno “fare” più di un figlio (mica sono cantanti da funerale o politici di sinistra, che possono permettersi di affittare uteri a destra e manca).

Fin qui comunque abbiamo scherzato. Gli italiani conoscono poco la Turchia, altrimenti non tirerebbero fuori i Martiri di Otranto, Lepanto o Pippa Bacca ogni volta che qualche loro politico esterna una stronzata. Tranquilli, i gay ci sono anche in Turchia, e se per questo pure le modelle scosciate e roba del genere; il loro tasso di fertilità negli ultimi vent’anni è sceso ai livelli di quello francese e irlandese.

Per certi versi è condivisibile l’ovvietà che ha detto Juncker oggi alla “Bild”: «C’è una grande differenza tra il popolo turco e il governo turco. Non tutti i turchi sono piccoli Erdogan» [“Es gibt einen großen Unterschied zwischen dem türkischen Volk und der türkischen Regierung. Nicht alle Türken sind kleine Erdogans”].

Esatto, ma con certi atteggiamenti il rischio di farli diventare tali è alto…

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