#ThotAudit: anche le sgualdrine devono pagare le tasse

«Chi avrebbe mai potuto immaginare che gli incel si sarebbero trasformati in un’unità operativa dell’agenzia delle entrate?» è la domanda che circola nelle comunità dei “celibi involontari” da quando qualcuno di essi ha scoperto che le “lavoratrici del sesso” attive sui vari servizi di messaggistica (in particolare Snapchat) possono essere segnalate per evasione fiscale all’IRS (Internal Revenue Service).

Questa nuova tendenza ha dato vita all’esilarante “operazione” #ThotAudit (thot in slang è l’acronimo di That Hoe Over Here, “quella troietta laggiù”, diventato ora That Hoe Owes Taxes) con la quale le frange lunatiche della manosphere stanno torturando psicologicamente le signorine che vendono le loro foto in déshabillé a sfigati e maniaci disposti a pagare una certa cifra.

Uno dei guru del maschilismo contemporaneo, Daryush Valizadeh (noto come Roosh V), ha incoraggiato pubblicamente la delazione su Twitter (cosa che gli è costata un ban temporaneo), segnalando l’eventualità che il whistleblower (l’espressione è entrata nella lingua italiana come anglicismo!) possa ricavare il 30% dei compensi esatti da una “soffiata” andata a buon fine.

I media ovviamente sono partiti lancia in resta (si veda qui o qui) dopo che l’operazione Thot Audit ha portato molte “spogliarelliste” (termine d’antan, ma non vorrei importare nel gentil idioma anche espressioni come e-thots) a chiudere preventivamente i loro account nel timore di essere scoperte, rassicurandole che i moduli per la denuncia sono troppo complicati da compilare e spacciando la bufala che solo chi guadagna oltre i ventimila dollari l’anno è tenuto a pagare le tasse negli Stati Uniti (?).

Non sappiamo se tutta la faccenda rappresenterà solo il divertissement di una settimana, in ogni caso essa dimostra, per tornare alla domanda iniziale, l’incredibile eterogeneità dell’androsfera: chi avrebbe mai detto che una cultura tendenzialmente ostile al Big government e più in generale all’idea del welfare (perché in tal caso a loro parere lo Stato prenderebbe il ruolo detenuto dalla figura del “marito” per buona parte della storia umana) si sarebbe alleata all’odiato fisco americano (Taxation Is Theft è già un meme).

Per il momento ci si fanno grandi risate e basta: qui di seguito, a titolo d’esempio, un cartoon di Stone Toss, un meme sulla “lavoratrice del sesso” prima e dopo il controllo fiscale (da filocomuniste ad anarco-capitaliste) e una sintesi video di quanto sta accadendo.

Now that's a pimp hand you don't wanna catch.

One thought on “#ThotAudit: anche le sgualdrine devono pagare le tasse

  1. E’ interessante che qualsivoglia principio sia storpiato dall’Invidia. Il grande Evagrio non la mise certo tra gli 8 vizi capitali forse a sottendere che l’assenza di Grazia è in fin dei conti testimoniata dall’invidia.
    Il problema dunque è come intendere il big governament ( che d’altronde può essere usato per distruggere…o proteggere…qualsiasi cosa ) od il politico.
    Quel che può sembrare paradossale è , per riflettere sull’anarcocapitalismo in questo caso, di come esso non possa che favorire lo statalismo – ma è cosa su cui sto lavorando per diletto personale – alché il paradosso non potrebbe sussistere.

    Chissà come và a finire! ahahah

    saluti, Davide T.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.